di Matteo Pegoraro
A cura della Redazione della casa editrice e rivista letteraria “Il Filo”
La vita, come la morte, l’amore e la sofferenza sono gli elementi che
costruiscono quasi sempre una storia di qualsiasi genere essa si tratti.
Nel caso di questo primo lavoro di Matteo Pegoraro essi sono
indistricabilmente connaturati alla realtà, prendono spunto dalle
viscere dell’esistenza e di essa sentono non soltanto le profonde
sottigliezze, i dolci richiami della nostalgia, ma anche il puzzo, la
rabbia, la desolazione della vendetta. Un romanzo di formazione che
cade in un periodo di maturazione dell’autore a livello stilistico e
personale. Non a caso protagonisti sono suoi coetanei che vivono però
un’altra esistenza, un altro mondo con metodi di comportamento
probabilmente agli antipodi rispetto ai suoi, ma per questo più
affascinanti e ricchi di profondità umana. L’amicizia dei protagonisti
che si perde per poi recuperarsi in una transfert che coinvolge il
compagno di cella della voce narrante, è assolutamente in linea con la
necessità di crescita, con la rabbia adolescenziale che pervade tutto
il romanzo garantendogli quella dose di spregiudicatezza e
irresponsabilità che lo contraddistingue. Di qui anche l’utilizzo
di un linguaggio volutamente duro, che riesce a controbilanciare
l’unidimensionalità della formula diaristica e che non si sofferma
troppo sulla ricerca letteraria, quanto su un recupero del parlato
contemporaneo e su una attualità narrativa fatta tutta di vita vera e
vissuta o almeno ascoltata.”
ESTRATTI DI CRITICA LETTERARIA
“Un eccellente romanzo d’appendice.”
Claudio Gorlier, Radio RAI 1
“Un libro interessante, che potrebbe conquistare il pubblico dei giovani lettori.”
Angiola Codacci-Pisanelli, L’Espresso
“Un testo narrativo coinvolgente per un tono giovanile, moderno e
suggestivo che si innesta su una ricerca che scardina certi parametri
tipici del romanzo tradizionale, ma allo stesso tempo mantiene le
caratteristiche di un testo godibilissimo, ricco di significati. Lo
svolgersi del romanzo si sviluppa con descrizioni coinvolgenti, ricche
di atmosfera, che stimolano il lettore e lo portano a riflettere su
situazioni sociali ed esistenziali di grande attualità, sulle finalità
della vita umana e su ciò che la motiva.”
Ubaldo Giacomucci, direttore editoriale Edizioni Tracce
“Belllissimo il finale, che sconvolge tutti gli schemi e lascia un piacevole alone di ambiguità.”
Gianni Caccia, direttore della rivista letteraria La Clessidra ed editor presso le Edizioni Joker
“Questo libro contiene l’impulsività, le emozioni intense e
mutevoli e la struggente voglia di vivere che solo un ragazzo di
diciott’anni può esprimere.”
Franco Forte, giornalista, scrittore e sceneggiatore RAI/Mediaset
“Be', che dire... Bel libro, di quelli che si leggono “tutto d'un
fiato” per la curiosità di sapere come vanno a finire le vicende dei
vari personaggi. E che ti fa pensare a quanti “Mirchi Pellizzari”
esistono per le strade del mondo, per non parlare dell’infinita serie
di “Giulie & affini”. Davvero una bella storia, per quel che può
contare il giudizio di uno che pur leggendo parecchio non ha certo
velleità di critico letterario. Però quando un libro ti lascia qualcosa
dentro, quando non vedi l’ora di avere dieci minuti di tempo per
affondare gli occhi tra le sue pagine, allora vuol dire che non hai per
le mani una storia qualsiasi. Ancor meglio, poi, se, come nel caso di
Matteo Pegoraro, è scritta bene. Congratulazioni all'autore...”
Claudio Bertoncin, giornalista de Il Gazzettino
“Una vita graffiata e graffiante. Un ragazzo con la fame di
crescere. Ma il destino gli viene incontro con gelide labbra, avare di
sorrisi. Un testo di una maturità travolgente, da non lasciarsi
ingannare dal linguaggio a tratti adolescenziale. Il contenuto è di
grande spessore, e Matteo Pegoraro ha uno stile personale, incisivo e
molto bello. Un romanzo, “L’urlo del destino”, che fila via come il
vento.”
Laura Onori, scrittrice
Dal quotidiano “Il Gazzettino” del 20/08/2004
“A DICIOTTO ANNI IN LIBRERIA”
Un protagonista diciassettenne, «che ricorda l’incrocio tra un Bruce
Willis fuori forma e un giovane Holden cresciuto e fuori dal tempo»,
come azzarda l'autore. Calato dentro «una storia dove prende corpo un
vortice di emozioni e sentimenti autentici, profondi, ineguagliabili».
«Dove si materializzano - spiega ancora il giovanissimo autore del
romanzo dal titolo “L’urlo del destino” - i sogni, le paure, le singole
palpitazioni del cuore di un giovane che sperimenta i primi amori, le
prime amicizie sincere, i primi tradimenti».
Creatore di quello che si annuncia come uno degli eventi editoriali più
intriganti dell'anno nel panorama delle opere di autori veneti
emergenti è il diciottenne di Stanghella Matteo Pegoraro, studente di
liceo, ma già impegnato in una rubrica dedicata in internet interamente
agli Scrittori Emergenti, (all'indirizzo
http://guide.supereva.it/scrittori_emergenti).
Il libro è incentrato sulla figura di un diciassettenne, Andrea,
rinchiuso in un riformatorio dell'Umbria. Un ragazzo pacato, normale,
un adolescente come tanti, ingenuo quanto inesperto, privo di certezze
assolute, attanagliato dai problemi che una giovinezza trascurata e una
famiglia inesistente gli procurano di giorno in giorno. Andrea scrive
di nascosto su un diario, cercando una via di fuga dalla dura realtà
quotidiana del penitenziario, dove le violenze e i soprusi sono storia
quotidiana. Tra le pagine del suo diario si riannodano i fili di
un'esistenza breve, ma già segnata da tappe incancellabili: una storia
d'amore impossibile ma irrinunciabile, un'amicizia controversa e ricca
di colpi di scena con un ragazzo omosessuale, l’odio per un padre mai
presente.
Il romanzo, venduto on line sul sito www.delosstore.it, in questi
giorni sta facendo la sua comparsa anche sugli scaffali delle librerie
padovane. «Parlando di storie di ragazzi, credo che in Italia si sia
stanchi di leggere sempre le solite cose, per lo più raccontate nello
stesso modo - osserva Matteo - Parlare di droga, sesso, fumo e rock’n
roll credo sia sorpassato. Gli anni ’70 sono finiti, è finita anche
l’era dei giovani che vivono tra rivoluzioni studentesche, feste dove i
protagonisti sono l'alcol, l'ecstasy e il sesso clandestino. Molti
esordienti, ma non solo loro, tendono a riscrivere romanzi già visti,
dove non c'è una storia ma solo il quotidiano vagare tra ciò che non è
proprio degli adulti. Dando un'immagine dei giovani che non è quella
reale.”
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