Giuseppe Mazzini è ricordato come il grande rivoluzionario, e il grande
ideologo dei movimenti patriottici italiani e europei. A 26 anni fu
esiliato e trasferì la propria residenza a Marsiglia, a pochi chilometri
da Genova, dov'era nato. Nello stato francese fondò la Giovine Italia
che si poneva come obiettivi principali l'unificazione territoriale
dell'Italia, la democrazia, una maggiore eguaglianza sociale e la
prospettiva dell'autodeterminazione per tutti i popoli europei.
Era molto determinato nelle proprie azioni e disegnava il
rivoluzionario "modello" come colui che "va avanti diritto, disdegna la
cosiddetta tattica, rinuncia a molti fattori di successo, confida nella
forza della verità, commette mille piccoli errori, ma li riscatta con
l'affermazione di alcune massime generali che, prima o poi, si
riveleranno utili."
Tre anni dopo, nel 1834, a Berna Mazzini fondò con altri Europei una
seconda associazione, cui venne dato il nome di "Giovine Europa".
Mazzini sostenne che se la rivoluzione del 1789 ebbe proclamato la
libertà individuale, ci sarebbe dovuta essere una nuova rivoluzione per
allargare la libertà individuale a libertà nazionale. Le idee di
Mazzini, però, guardavano al futuro. Desiderava una confederazione
degli stati europei sullo stile degli Stati Uniti D'America. Un unico
parlamento, eletto da ogni europeo, che governasse su tutta l'Europa.
Questa nuova repubblica doveva abbattere la struttura Europea disegnata
dal Congresso di Vienna. Sebbene la "Giovine Europa" non aveva i mezzi
materiali ed economici per portare avanti queste idee, la figura di
Mazzini allarmava gran parte dei governanti Europei, impauriti di
perdere potere all'interno del proprio stato.
Portava avanti le proprie idee con una visione religiosa vicina a quella cristiana, affermando:
"Io professo una fede che ritengo ancora più pura e più sublime; ma il
suo tempo non è ancora giunto, e fino a quel giorno la visione
cristiana resta la più sacra manifestazione dello spirito dell'umanità,
che avanza continuamente verso un ideale che, prima o poi, si dovrà
realizzare."
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